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Un ristorante in casa con i ragazzi “fuori”

CASALE MONFERRATO

Il fenomeno “home restaurant” – ristorante in casa – in Italia è piuttosto recente e solo negli ultimi anni si sta diffondendo in tutte le regioni in varie declinazioni a seconda dell’interpretazione. Gli “home restaurant” infatti non sono locali pubblici, ma abitazioni private. Si apre casa propria a un numero limitato di clienti offrendo la propria cucina. A Sanico di Alfiano Natta ne è nato uno un pò “particolare” gestito dai coniugi Piero Pisani e Debora Vernagallo.

“Il nostro home restaurantino sociale ospita il progetto ‘Tutti Fuori’ delle comunità psichiatriche e gruppi appartamento del casalese. I ragazzi sono al nostro fianco in cucina come chef – spiega Debora, la titolare – La nostra proposta è una cucina casalinga in una splendida casa immersa in pieno Monferrato. L’idea parte dal lavoro di mio marito Piero, che è infermiere in queste strutture. Successivamente, anch’io sono entrata pian piano in queste realtà da volontaria e devo dire che ne sono rimasta frastornata: in senso buono, ma anche a livello di sconvolgimento emotivo. Entrare nelle strutture di riabilitazione psichiatrica e conoscere questi ragazzi, significa entrare in punta di piedi, lasciarsi accogliere con i loro tempi, e soprattutto, scoprire un briciolo di loro, di quella che è la loro quotidianità, di quanto la loro vita sia stata dura. E purtroppo arrivare a percepire quanto siano ancora, tristemente, spesso solo una voce di costo a bilancio per la società e di come i “matti” siano percepiti ancora come qualcosa di lontano, da prendere con le pinze per tenerli relegati in una loro dimensione di mera sopravvivenza (come se non avessero niente da dare, da dire, da insegnarci)… ecco, questa per noi, è la vera follia.”

Debora racconta le emozioni provate nelle giornate trascorse con queste persone: “Ogni giornata in cui l’home restaurant è aperto, quando li andiamo a prendere, i loro occhi si riaccendono, il velo opaco che spesso li copre, cade. E il viaggio dalle strutture fino a casa è carico di aspettativa, voglia di fare e di fare bene. Sorrisi, domande e anche tanta musica e chiacchiere. Quello che per noi è banale quotidianità diventa per loro una giornata premio. E non c’è una giornata in cui stando con loro non ci insegnino qualcosa. La dignità, innanzitutto. La voglia di fare, la fame di sperare in un cambiamento, in una vita “normale” dove la normalità è smettere di essere invisibili e riconquistare una quotidianità fatta di lavoro, di piccole cose che noi diamo per scontate. Ecco, se dovessi riassumere cos’è ‘Tutti Fuori Home Restaurant’ – e non lo dico da titolare, ma da essere umano – è una piccola grande magia“.

Ma quali sono le risorse sulle quali si lavora in questo progetto di “cucina riabilitativa”?

“Sono le risorse interne che i ragazzi già possiedono. Per farle vedere e riconoscere, soprattutto a loro stessi. Fargli scoprire che hanno delle abilità, che sull’autonomia si può e si deve lavorare tenendo conto della soggettività, delle aspirazioni. “Tutti Fuori Home Restaurant” si ripromette di lavorare sugli aspetti benefici del laboratorio cucina con tutti gli aspetti che questo comporta: manualità fine, memoria, cooperazione, organizzazione; sullo svolgimento di un’attività in una location esterna alla struttura; sulla gratificazione immediata e tangibile del risultato del proprio lavoro che viene condiviso con i commensali; sull’aspetto di risocializzazione legato al partecipare a una cena e riabituarsi al contatto con l’ambiente esterno e con persone che non si conoscono con tutto ciò che questo comporta: ansia, paura del giudizio, timore di sbagliare; sulla sfera dell’inclusione, avvicinando le persone “del mondo esterno” a conoscere i ragazzi accorciando le distanze tra “ospite di comunità”, malattia mentale tra stigma e luoghi comuni, e società.”

Conclude Debora: “Noi speriamo di riuscire in quest’impresa, ma nel frattempo il solo fatto di aver messo in pista questo progetto ha smosso nei ragazzi molte risorse, entusiasmo e anche un pizzico di speranza nel futuro, perchè rimettersi in gioco, imparare un mestiere potrebbe tradursi nel riprendersi una vita normale, quella che per noi spesso è scontata, quella che viviamo tutti i giorni, fatta di lavoro e quotidianità, che per loro, purtroppo, è spesso soltanto una chimera.

Sul sito www.tuttifuorihrsociale.cloud si possono consultare le date in programma e il relativo menù. Prenotazioni gradite almeno 48 ore prima della cena via Whatsapp. Essendo un’abitazione privata, l’home restaurant è aperto solo su prenotazione. Un’altra regola è che l’indirizzo dell’abitazione viene fornito a prenotazione avvenuta.

B.C.

Fonte: IL MONFERRATO , Venerdì 7 Aprile 2023