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La cooking therapy nei pazienti psichiatrici

Un settore su cui la cooking therapy mostra un enorme potenziale di applicazione è quello psichiatrico.

– Schizofrenia: dimostrati miglioramenti delle performance di working memory e fluenza verbale, così come di competenza sociale.

– Dipendenze: a San Patrignano la cooking therapy ha una storia molto lunga, all’inizio in versione passiva poi sempre più come prendersi cura degli altri. Si tratta di un percorso lungo e da realizzare step by step, senza fretta altrimenti potrebbe alterare il percorso di recupero. Per questo motivo bisogna muoversi con cautela e con un’idea graduale di traguardi da raggiungere

– Anoressia nervosa: questa patologia è forse la più particolare perché ha come principale sintomatologia il sentimento di odio per la cucina. Anche in questa strategia, il ‘cucinare per gli altri’ serve anche per modificare la percezione alterata del cibo e il suo significato simbolico. Il protocollo ideato a Catanzaro è in continua evoluzione e ora si sta sperimentando anche l’abbinamento con lo yoga, mentre in futuro si lavorerà sull’estendere la cooking therapy anche ai genitori che rappresentano (in molti casi) gli attori principali dello stato psicopatologico delle ragazze con anoressia.

Fonte: frollalab.it